MANIFESTA/re Taci anzi parla

MANIFESTA/re Taci anzi parla

per una svolta nella celebrazione dell’8 marzo 2024 ispirata da CHRISTINE de Pizan, 1364-1429 con uno sguardo a Marinetti e alla sua prima serata futurista

ARTISTE

Eliana Adorno, Triana Ariè, Tiziana Blanco, Antonella Casazza, Margherita Davi, Adolfina De Stefani, Daniela Di Mase, Marina Falco, Antonella Fiorillo, Loredana Galante, Antonietta Grandesso, Carla Iacono, Myriam Laguia & Analia I Beltran Janés, Margherita Levo Rosemberg, Sabrina Marotta, Luisa Mazza, Melarance, Maritè Bortoletto, Silvia Martini, Micaela Spinazzè, Franca Monzani Morandi, Margherita Morgantin,Tiziana Morstabilini, Isabel Oprandi, Angela Passarello, Giusva Pecoraino, Paola Rando, Sandra Rizza, Roberta Rizzi, Mirella Rossomando, Mela Salemi, Evelina Schatz Shobha, Sonja Streck , Feuei Tola, Rosa Rita Virgillito, Grace Zanotto.


Evento a Siracusa, su iniziativa della Montevergine Arte Contemporanea, mirato a un capovolgimento del serio, ma ormai convenzionale clima celebrativo che caratterizza la ricorrenza dell’8 marzo, cosiddetta Festa della Donna.

L’8 Marzo del 1909 a Torino, serata futurista in cui Filippo Tommaso Marinetti legge i manifesti futuristi. Gli artisti si esibivano con happening, declamavano poesie o improntavano spettacoli musicali. Il tutto in un clima di provocazione scatenato dalle idee futuriste. Un vitalismo teso ad abbattere ogni tradizione nell’arte, nel teatro, nella poesia, nell’architettura, nella musica, e nella società in genere.

Ed ecco, 1’8 Marzo 2024, una serata di ispirazione futurista, alla Montevergine Arte Contemporanea, a Siracusa con performance variegate, scrittura, poesia, recitazione, video, happening, con un’attenzione particolare alla donna grazie ai contributi di artiste, professioniste e intellettuali.

Un’occasione per dare impulso nuovo a quella ricorrenza annuale: al di là dell’abituale, pura manifestazione femminista, ecco un evento teso a provocare un cambiamento di ampio raggio, culturale, linguistico, comportamentale. Al di là, quindi, stanchi stereotipi o abitudini radicate che facilmente si traducono in un controproducente abuso dell’immagine della donna, in un impatto negativo dell’informazione e della comunicazione, cosa che svilisce le capacità della donna, ferendone persino la dignità.

Il progetto “MANIFESTA/re Taci anzi parla” trae ispirazione dal libro “La città delle dame” di CHRISTINE de Pizan, (Parigi, 1404/1405). Considerata tra le figure più interessanti e significative del panorama letterario francese, Christine fu la prima scrittrice professionista della storia. Con la sua scrittura esaltò il valore esteso e le virtù della donna contrastando una lunga tradizione misogina. Quasi dantescamente guidata di tre dame – Ragione, Rettitudine e Giustizia – nel suo libro l’autrice costruisce una visionaria città fortificata, abitata solo da donne: regine, guerriere, poetesse, scienziate, quasi a sfidare una secolare tradizione dei segni del dominio maschile presente nel martirio delle vergini. Ma vi abitano anche donne comuni che con il proprio coraggio si sono sacrificate per una società migliore. Come nel libro di Christine anche le vie del centro storico della città di Siracusa diventano luogo ideale dove l’arte può ancora una volta esprimersi sulle problematiche sociali, in questo caso, legate alle violenze di genere come eminente fatto culturale.

I manifesti creati dalle artiste ed esibiti sui muri di Siracusa contaminano lo spazio urbano e provocano un dibattito sulla discriminazione e gli abusi di genere ancora radicati nella società odierna.

Un messaggio necessario di sorellanza tout court a fronte delle difficoltà che si presentano quotidianamente nella vita di una donna.

Dame creative, donne virtuose e intellettuali, consapevoli delle loro capacità e che hanno qualcosa da dire nei confronti di una società che il più delle volte issa la bandiera del femminismo ma nella pratica eludendo l’azione concreta, soprattutto in quel luogo deputato alla crescita che è la cultura.

Come disse il sempre luminoso Marshall McLuhan, la città interpreta i simboli, trasporta e include nel suo etimo l’idea di convogliare informazioni e messaggi. Quindi, ogni forma di comunicazione all’interno della città diventa spazio di narrazione.

Questo progetto vuole offrire una chiave di lettura e un modo di sensibilizzare l’opinione pubblica. Anche negli anni Ottanta Basquiat, Kenny Sharf e Ronnie Cutrone, partendo dalle strade, con una forte e autonoma maniera di fare arte, catturarono l’attenzione attraverso l’uso di graffiti, urban stencil e adesivi di impronta creativa o dichiaratamente artistica.

Con una vitalità che si ispira alle ricordate serate futuriste, ma senza lancio di pomodori, “MANIFESTA/re Taci anzi parla” lancia messaggi forti e originali (anche per virtù di arte). Anche perché l’innesto dei lavori nello spazio urbano apre relazioni, stimola il senso critico, sensibilizza sulla necessità del dialogo e l’urgenza delle risposte.

Oltre alle artiste con 33 manifesti contribuiscono in vario modo all’evento intellettuali e professioniste, protagoniste in avanscoperta: tutte consapevoli delle loro capacità e che hanno qualcosa di dire a proposito delle discriminazioni e degli abusi che le donne, a causa di un tenace maschilismo incolto, subiscono quotidianamente: in casa, a scuola, nei luoghi di lavoro, sui social e in ogni forma di comunicazione che persiste (ad esempio la pubblicità) su una bellezza giocata in modo equivoco. Le artiste coinvolte intendono avvalersi del potere dell’immagine e di una sana bellezza creativa. Un vero e proprio corto circuito con l’ordinario, un’improvvisa interferenza nella consuetudine.

Nei manifesti i corpi, gli affetti e le pulsioni legate al mondo femminile si confrontano con la fotografia, la pittura, la grafica, il ricamo, il collage. Messaggi di libertà, coraggio, autenticità, consapevolezza, capacità di rinascita. Si sa bene, peraltro, che a patire i disagi delle città sempre meno sicure sono le donne.

Articolo di Marilena Vita

CONTRIBUTI CREATIVI E PROFESSIONALI

Simona Basile (docente), Izabela Buccheri (docente), Anna Caruso (architetto), Ornella Fazzina (docente), Alice Ferlito (attrice teatrale), Daniela Frisone (scrittrice e giornalista), Sabrina Gambino (Procuratore della Repubblica), Angela Passarello (artista e poetessa), Giorgia Romano (curatrice d’arte), Francesca Scalet (docente) e Rosa Rita Virgillito (psicologa)